City Water Circles: il progetto europeo per una gestione sostenibile dell'acqua urbana - Progetto INGEGNERIA

2022-11-07 15:56:20 By : Mr. Bruce Zhou

Redazione 29 Luglio 2022 Environment, News Leave a comment 488 Views

Mai come quest’anno il tema dell’acqua e della sua preziosità è stato preso in considerazione da tutti noi. A causa dei cambiamenti climatici e della pressione antropica i problemi idrici sono oggi un problema per molte popolazioni. Dalla necessità di trovare soluzioni per una gestione circolare delle acque nasce il progetto City Water Circles che mira a promuovere una cultura del risparmio idrico, la raccolta e l’utilizzo di acque meteoriche e il recupero delle acque grigie, in Europa e non solo.

La continua necessità di acqua dovuta ad un crescente sviluppo della società moderna e ad una gestione ‘convenzionale’ di questa risorsa in ambito urbano fa sì che l’Europa sia uno dei continenti più interessati a questa tematica. Oltre a questo, assume una notevole importanza anche il tema della vetustà delle opere idrauliche in ambito urbano. Questo continuo e inesorabile processo, oltre a richiedere alti investimenti di capitale, altera il ciclo naturale dell’acqua, che è solitamente mantenuto in equilibrio attraverso diversi processi idrologici quali l’evaporazione, la precipitazione, l’infiltrazione e la traspirazione delle piante. Urbanizzando le città si impermeabilizza il suolo, riducendo la quantità d’acqua che si infiltra nel terreno. La scarsità d’acqua nelle aree urbane, intensificata dai cambiamenti climatici, ha impatti negativi sull’intero ecosistema urbano, comportando in primis, l’abbassamento del livello della falda acquifera, l’effetto “isole di calore”, l’accresciuta domanda di forniture d’acqua da lunga distanza e periodi (soprattutto estivi) di picco di consumo.

In Italia la situazione è tutt’altro che rosea: anche in un Paese storicamente ricco d’acqua dolce come in nostro, sia le falde che le acque superficiali stanno iniziando a soffrire di sovrasfruttamento: a causa dei prelievi, infatti, la circolazione naturale si impoverisce e non riesce più a diluire gli inquinanti. Per questo, gran parte dei fiumi e delle falde italiane sono in condizioni ancora lontane dal “buono stato ambientale” che dovrebbero raggiungere, secondo la Direttiva Quadro sulle Acque (2000/60/CE). In altre parole, attualmente consumiamo più acqua di quella che si potrebbe prelevare senza causare danni alle falde o ai fiumi. Un altro dato importante è che nel nostro Paese l’acqua utilizzata per uso urbano è praticamente tutta acqua potabile, ossia della qualità migliore, corrisponde a circa il 20% dei consumi idrici (ISTAT). L’acqua potabile è utilizzata in grandi quantità anche per usi che non richiedono una qualità così elevata, come gli scarichi del WC o l’irrigazione, usi per i quali sarebbe possibile usare fonti alternative. Inoltre, l’acqua usata in ambito domestico è spesso la principale fonte di inquinamento di fiumi e falde, e l’eliminazione di tutti i nostri scarti attraverso un unico sistema di scarico conduce anche ad una perdita di potenziali utili risorse, come l’azoto nelle urine.

Con lo scopo di adottare misure di risparmio idrico e di riutilizzo dell’acqua sia nel settore pubblico che privato nasce nel 2019 il progetto europeo City Water Circles (CWC), finanziato dall’Unione Europea nell’ambito del programma Interreg Central Europe, per facilitare l’adozione della circular economy. Tutti i partner di progetto dei sei Stati membri coinvolti (comuni, aziende idriche pubbliche ed esperti) hanno collaborato in questi anni per creare una base di conoscenza comune per la gestione del ciclo delle acque urbane e per co-progettare con gli stakeholder locali una serie di metodi e strumenti innovativi utilizzabili in Europa e non solo. Tutte le soluzioni trovate, sono state messe in pratica in cinque azioni pilota (attualmente in fase di finalizzazione) in diverse città europee sviluppando delle strategie e piani d’azione locali e raccomandazioni per i decisori politici nazionali.

Fin ad ora in tutti le azioni pilota proposte dal progetto CWC si stanno rilevando particolarmente interessanti sia da un punto di vista ambientale che economico e potranno esserci di aiuto in molti aspetti decisionali per una gestione della risorsa idrica più efficiente, sostenibile e circolare. Va sottolineato, d’altra parte, che tutte le azioni CWC hanno dovuto affrontare la complessità intrinseca del settore idrico: l’organizzazione del sistema di gestione, infatti, è caratterizzata da dipendenze intersettoriale, da una molteplicità di stakeholder, oltre che da una governance a multilivelli. Governi, cittadini, utenti finali di diversa natura, attori privati, istituzioni finanziarie, operatori dei servizi idrici; tutti hanno interesse nei risultati di politiche e progetti riguardanti l’acqua. A causa dell’alta frammentazione del settore idrico, dell’ampia diversità di problemi che possono sorgere, degli andamenti economici, sociali, climatici, urbani e tecnologici, il sistema idrico necessita di soluzioni condivise per poter affrontare le sfide che lo riguarderanno in futuro.

C’è da segnalare, inoltre, che alcuni passi avanti nell’ultimo biennio sono già stati fatti in Europa per migliorare la gestione del sistema idrico come ad esempio la Direttiva Europea sull’acqua potabile (2020/2184), importante non solo perché rappresenta la prima legislazione europea ad essere adottata grazie all’iniziativa dei Cittadini Europei, ma soprattutto perché grazie a essa l’acqua assume, in quanto bene pubblico essenziale per tutti gli esseri viventi, un valore inestimabile che non può essere trattato come una qualsiasi altra merce da sottomettere a logiche di mercato.

Articolo a cura di Giuseppe Marco Trovato

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Tags ambiente cambiamento climatico economia circolare

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