Covid-19, chi fa più tamponi in Europa? Quali paesi hanno i più elevati tassi di positività? | Euronews

2022-11-07 16:05:57 By : Ms. Polla Lu

La capacità dei vari Stati europei di condurre un elevato numero di test alla ricerca dei positivi al Sars-CoV-2 è un elemento chiave nella lotta alla pandemia.

Secondo i criteri OMS pubblicati a maggio, l'epidemia è considerata non più sotto controllo quando la percentuale di positivi ai tamponi supera il 5%. Da gennaio 2021, l'Italia ha iniziato a includere i tamponi rapidi nel conteggio totale.

Il tasso di positività dei tamponi restituisce una (parziale) fotografia della diffusione del contagio nel territorio, ma bisogna stare attenti a non paragonare i dati della prima ondata con quelli della seconda e delle successive.

Questo per alcune ragioni fondamentali:

Sono due tipi di tampone principali a disposizione dei laboratori in Europa, anche se alcuni Stati stanno iniziando ad introdurre i kit fai-da-te. Ci sono i tamponi che ricercano il genoma virale e quelli rapidi, che ricercano invece l’antigene (una componente strutturale del virus, come una proteina).

Ad inizio della pandemia si facevano solo i tamponi per la ricerca del genoma, mediante la tecnica real-time PCR. Si tratta del gold standard a livello europeo. Ci vogliono parecchie ore per avere il risultato del classico "tampone", ma non si rischiano falsi positivi e l'accuratezza è vicina al 100% se somministrato correttamente.

I "tamponi rapidi" ricercano l'antigene virale: non vanno cioè a caccia dell'RNA bensì di una proteina del virus. Sono meno accurati, possono dare falsi positivi ma la risposta arriva in tempi brevissimi, meno di mezz'ora.