Enuresi notturna nei bambini

2022-11-07 15:57:31 By : Ms. Maggie Zhang

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Svegliarsi la mattina e trovare il proprio bambino che ha bagnato il letto è la tipica manifestazione di quella che viene chiamata enuresi notturna: una problematica che si riscontra con più frequenza nei bambini. Scopriamo di cosa si tratta con il Prof. Gian Antonio Manzoni, specialista in Urologia Pediatrica della Casa di Cura La Madonnina e Direttore della UOC di Urologia Pediatrica della Fondazione IRCCS Ospedale Maggiore Policlinico di Milano.

“Il bambino che soffre di enuresi non è in grado di percepire e controllare correttamente lo stimolo minzionale e di conseguenza manifesta una perdita di urina involontaria che avviene durante il riposo notturno”, spiega il professor Manzoni.

L’enuresi, infatti, può essere:

La classificazione include anche una distinzione fra:

Per essere classificato come tale, il disturbo dell’enuresi deve verificarsi con frequenza ripetuta e protratta: 2 o più volte a settimana e per almeno 3 mesi. 

Una distinzione che va fatta, inoltre, è fra:

Il professor Manzoni ricorda che l’enuresi può essere determinata da vari fattori di tipo:

Inoltre anche l’aspetto psicologico gioca un ruolo importante, in particolare nelle forme secondarie. 

A titolo riepilogativo ed esemplificativo, si possono individuare le seguenti cause del disturbo:

L’enuresi notturna può considerarsi un fenomeno normale fino ai 5 anni di età: periodo in cui i bambini possono non avere ancora raggiunto una completa autonomia e padronanza della continenza urinaria. 

Nel caso di persistenza oltre tale età, un controllo medico si rende necessario per escludere altre problematiche sottostanti e per permettere di impostare la terapia più appropriata.

Oltre all’esame obiettivo, tramite cui il medico ha modo di valutare la regione lombo-sacrale, l’area genitale e addominale del bambino, possono essere prescritte delle semplici analisi di laboratorio delle urine e del sangue, in grado di diagnosticare patologie come ad esempio infezioni, diabete, deficit endocrini. 

Completa, inoltre, il normale percorso diagnostico, l’esecuzione di un’ecografia dell’apparato urinario, con la finalità di escludere anomalie anatomiche o un incompleto svuotamento vescicale. 

Solamente quando, a seguito dell’ecografia, si ipotizza una problematica anatomica e/o funzionale possono essere prescritte anche delle indagini più specifiche come esami urodinamici (invasivi e non), che possono valutare la funzionalità urinaria e la presenza di eventuali anomalie (uroflussometria, cistometria, studio residuo vescicale etc.)

Generalmente, inoltre, viene realizzato un diario per registrare le abitudini minzionali del bambino affetto da enuresi nel quale paziente e genitori vanno ad annotare per alcuni giorni:

L’enuresi notturna è una problematica che in età infantile nella maggioranza dei casi non è determinata da particolari problematiche patologiche e che tende a risolversi da sola nel corso dell’infanzia: solo una minima percentuale dei pazienti rimane enuretica anche dopo l’adolescenza.

Come sottolinea il prof. Manzoni, “Non va mai tralasciato l’aspetto psicologico-emotivo di questo disturbo, in quanto l’enuresi notturna può avere effetti negativi a livello di autostima; innescare depressione e scoraggiamento nei piccoli pazienti che ne sono affetti e nei loro familiari”. 

I rimedi all’enuresi notturna variano a seconda delle cause scatenanti, siano esse psicologiche e/o fisiche. Se, ad esempio, al bambino che ne è affetto viene diagnosticato il diabete, occorrerà agire su di questo con un’opportuna terapia, così come, invece, può capitare che venga individuata una stipsi, che andando a ridurre lo spazio della vescica, andrà a richiedere a un’alimentazione differente etc.

Alcuni accorgimenti contro l’enuresi notturna che possono essere indicati in via generale sono:

Le nuove tecnologie, poi, forniscono un ulteriore e prezioso aiuto, in quanto alcuni dispositivi di ultima generazione (allarme notturno per enuresi), dotati di appositi sensori, consentono di rilevare nelle lenzuola o nella biancheria intima la perdita di urina, emettendo un segnale acustico che va a svegliare il soggetto affinché si rechi in bagno. Questi dispositivi sono particolarmente utili perché attuano anche un processo di condizionamento psicologico a livello inconscio.

Nel caso in cui, invece, il medico specialista abbia necessità di prescrivere una terapia farmacologica contro l’enuresi possono essere indicati vari farmaci tra i quali i più comunemente usati nel bambino sono: 

“È fondamentale - conclude il professor Manzoni - attuare un comportamento comprensivo nei confronti dei bambini che soffrono di enuresi notturna in quanto, specialmente nella forma primaria, non vi è volontarietà del gesto. Un rimprovero ad un bimbo per aver bagnato il letto, ad esempio, può essere da questi associato all’evento in maniera traumatica, determinando imbarazzo e mortificazione che possono rendere il carico psicologico ed emotivo legato all’enuresi ancora più importante. È bene ricordare a sé stessi o ai propri figli, con positività e tranquillità, che si tratta di una patologia ben definita e che, come tale, vi è la possibilità di risalire alle cause scatenanti e di trovare una soluzione”.

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