Infermieri. Come eseguire il prelievo venoso periferico per evitare errori diagnostici - Infermieristicamente - Nursind, il sindacato delle professioni infermieristiche

2022-11-07 16:06:41 By : Ms. Ally Xu

di Maria Luisa Asta Pubblicato il: 23/05/2022 vai ai commenti

Il 60-70% delle diagnosi poggiano le loro basi sui risultati del prelievo ematico, che dovrebbe essere quanto mai il più possibile accurato. Avere risultati idonei dipende molto dalla fase pre-analitica del campione e dalla modalità con cui viene eseguito il prelievo.

La fase pre-analitica include: la preparazione della persona assistita e le modalità di raccolta, trasporto e conservazione del campione. Gli errori preanalitici possono generare Non Conformità (NC) ovvero campioni non idonei per le indagini di laboratorio in quanto emolizzati, coagulati o con problemi che ne pregiudicano l’analisi.

La non conformità dei campioni non comporta solo ritardi diagnostici, ma anche ripetizioni di esami con conseguente aumento del carico di lavoro e dei costi sanitari.

 Fattori pre-analitici da errore nel compiere un prelievo ematico

Emolisi- processo di distruzione dei globuli rossi

Rsa: alterazione rapporto sangue ed anticoagulante

Emolisi, coagulazione, alterazione dei risultati e Rsa

Per poter effettuare un prelievo ematico che nella fase pre-analitica scongiuri la possibilità di non conformità, riteniamo utile proporre una check-list tratta da:

Proposta di una checklist per il prelievo di sangue venoso. Giuseppe Lippi 1 , Camilla Mattiuzzi2 , Giuseppe Banfi3 , Mauro Buttarello4 , Marco Caputo5 , Massimo Daves6 , Alberto Dolci7 , Valentino Miconi8 , Bruno Milanesi9 , Martina Montagnana10 , Margherita Morandini11 , Elisa Piva12 , Gian Luca Salvagno10 , Teresa Troiano13 , Gianfranco Cervellin14 , Davide Giavarina15 .

Checklist per prelievo di sangue venoso classico

L’utilizzo di DPI (guanti monouso, nello specifico) da parte del prelevatore è buona prassi, al fine di prevenire il contagio di operatore e paziente con materiale potenzialmente infetto.

Molti parametri di laboratorio sono influenzati dalla postura (per effetto dell’emoconcentrazione), dall’attività fisica e dallo stress, in generale. Per questa ragione è opportuno che il paziente, soprattutto se ambulatoriale, sia rimasto a riposo per un periodo di tempo compreso tra 5 e 10 minuti, preferibilmente in posizione seduta o supina

Gli errori d’identificazione del paziente, se misconosciuti, possono causare problemi diagnostico-terapeutici, allorquando lo scambio di risultati tra pazienti comporta l’attuazione di decisioni mediche inappropriate.

In analogia a quanto descritto nel punto precedente, al fine di prevenire errori

d’identificazione, il prelevatore deve verificare sistematicamente la corrispondenza tra dati anagrafici del paziente e anagrafica presente sulle etichette delle provette e – ove possibile – sulla richiesta (nel caso, ad esempio, di pazienti ambulatoriali).

L’applicazione del laccio emostatico rappresenta un’attività virtualmente ineliminabile nella procedura del prelievo, in quanto consente di meglio visualizzare le vene ed evitarne il collasso durante il prelievo, soprattutto utilizzando dispositivi di prelievo sottovuoto.

Nondimeno, esistono oggi valide evidenze scientifiche a supporto del fatto che la permanenza in sede del laccio emostatico da 1 a 3 minuti è causa di emoconcentrazione e quindi di alterazione di alcuni esami di laboratorio, per effetto dello spostamento (“shift”) di acqua e piccoli analiti al di fuori del vaso e conseguente concentrazione delle molecole di maggiori dimensioni (es. emoglobina e colesterolo tra le altre).

Una larga parte dei campioni non idonei (soprattutto emolizzati) è causato da prelievi difficoltosi. Nella fattispecie, si fa particolare riferimento a prelievi in cui la vena non sia presa al primo tentativo o venga persa durante la procedura. In queste circostanze, l’accanimento nel prendere (o riprendere) la vena è possibile causa di lesione dei tessuti, danno al paziente e la potenziale compromissione dell'idoneità del campione.

Dopo inserimento dell’ago in vena e saldo bloccaggio del dispositivo di prelievo sul braccio, le provette sottovuoto devono essere inserite secondo un ordine specifico, che eviti la cross contaminazione di additivi (anticoagulanti o attivatori della coagulazione), secondo un ordine ben definito:

Una frequente causa di campioni non idonei è rappresentata dallo scorretto riempimento delle provette, sia in termini assoluti (campione con contenuto troppo scarso per essere processato), sia in termini relativi (errato rapporto tra sangue e additivo, soprattutto anticoagulante).Al fine di evitare che il campione sia classificato come non idoneo e non processato in laboratorio, è pertanto essenziale che le provette siano tutte riempite fino al valore nominale di riempimento (sovente identificato da una tacca sulla provetta stessa).

Come già rilevato, la corretta miscelazione tra sangue ed additivi (anticoagulanti o attivatori della coagulazione) rappresenta uno degli aspetti più critici nella procedura di prelievo La mancata (o inefficiente) miscelazione comporta infatti un’incompleta anticoagulazione del sangue nei campioni raccolti in provette contenenti EDTA, sodio citrato o eparina (i maggiori problemi si ripercuotono su test di coagulazione ed emocromo), o incompleta attivazione della coagulazione nei campioni raccolti in provette contenenti attivatori della coagulazione (con conseguente rischio di emolisi, scorretto posizionamento del gel separatore o formazione di microcoaguli o frustoli di fibrina che possono interferire con alcuni test di laboratorio).

Si raccomanda pertanto di procedere alla sistematica miscelazione di tutte le provette immediatamente dopo il prelievo, mediante delicata inversione delle stesse per 4-8 volte (5 in media). Si rammenta inoltre che l’agitazione eccessiva (“shakeraggio”) può essere causa di danno alle cellule del sangue (soprattutto globuli rossi, con emolisi in vitro) o formazione di schiuma che impedisce il corretto posizionamento del gel separatore nelle provette che lo contengono.

Gli errori preanalitici nel prelievo ematico:

uno studio osservazionale sulle modalità di raccolta dei campioni e sugli esiti di laboratorio

Matteo Masotto,1 Rinaldo Brivio,2 Giovanni De Vito,3 Candida Ester Villa,4 Davide Ausili5

Proposta di una checklist per il prelievo di sangue venoso. Giuseppe Lippi 1 , Camilla Mattiuzzi2 , Giuseppe Banfi3 , Mauro Buttarello4 , Marco Caputo5 , Massimo Daves6 , Alberto Dolci7 , Valentino Miconi8 , Bruno Milanesi9 , Martina Montagnana10 , Margherita Morandini11 , Elisa Piva12 , Gian Luca Salvagno10 , Teresa Troiano13 , Gianfranco Cervellin14 , Davide Giavarina

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