Posizionamento del Catetere Vescicale: procedura infermieristica

2022-11-07 16:02:01 By : Mr. YXH Packaging

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L’infermiere può comunque avvalersi dell’aiuto dell’operatore socio sanitario durante l’introduzione del catetere.

Con cateterismo vescicale si intende l’inserimento di una sonda per via uretrale al fine di raggiungere l’ambiente vescicale. Molte sono le indicazioni che possono richiedere questa procedura: pazienti gravemente incontinenti, stenosi uretrale o ritenzione urinaria, ecc… Nello specifico le indicazioni al posizionamento del catetere uretrale sono:

I cateteri variano per calibro, tipo di punta, numero delle vie, dimensioni del palloncino, tipo di materiale e lunghezza. Prima di poter capire come inserire un catetere vescicale è bene conoscere il dispositivo, com’è fatto e come funziona.

Sostanzialmente, la scelta del materiale del catetere dipende da quale uso ne vogliamo fare. I materiali usati per le sonde vescicali sono diversi ed ognuno è indicato in base al suo scopo, cerchiamo di elencare i più usati:

N.B. verificare sempre eventuale allergia al lattice del paziente, in caso di incertezza o dubbio optare comunque per i siliconati.

Il calibro di una sonda uretrale è per standard misurato in unità Charrier (Ch). Le sonde più comuni possono essere di diverso calibro dai 12 Ch fino ai 22 Ch, anche in questo caso le dimensioni del catetere vescicale esterno vanno scelte in base al paziente, alle indicazioni cliniche e quale problema vogliamo risolvere. Possiamo riassumere in maniera grossolana le indicazioni su come scegliere il calibro del catetere per ogni tipo di paziente:

Un altro modo indicativo per scegliere il calibro del catetere uretrale è l’indicazione clinica:

Come scegliere le misure giuste per un corretto cateterismo vescicale? I cateteri più piccoli sono in genere sufficienti per un drenaggio urinario non complicato e sono utili in caso di stenosi uretrali e ostruzioni del collo vescicale; i cateteri più grossi sono indicati per l’irrigazione vescicale e nei casi di emorragia (es. nel postoperatorio o nella cistite emorragica) o in caso di importante piuria, perché i coaguli e i sedimenti vescicali possono ostruire i cateteri se non sufficientemente ampi.

La stessa ematuria da catetere vescicale deve essere osservata e trattata con lo stesso razionale. Un ottimo razionale scientifico lo fornisce l’Associazione Infermieri di Urologia (AIURO):

In linea di massima bisogna scegliere il minore calibro possibile che garantisca un drenaggio adeguato senza traumatizzare la mucosa uretrale, la quale, se lesa, può sviluppare più facilmente processi infettivi. Tuttavia in alcuni casi ciò diventa controproducente e se utilizziamo un catetere di piccolo calibro, avremo sì minor rischio di lesioni uretrali, ma una evacuazione più lenta delle urine, che, nel caso della macroematuria, comporta la non eliminazione e la ritenzione di coaguli.

Confermo: verificare sempre se è presente il rischio di occlusione del catetere. In base a queste indicazioni: ad esempio, un paziente in cui non vi sono segni di IVU (infezioni delle vie urinarie), e non vi sono segni di depositi o frustoli, il minor calibro indicato al paziente è più che sufficiente ( sappi che un 12 Ch può drenare decine di litri di urina se garantita sempre la pervietà).

Mentre nel caso in cui il paziente dovesse presentare ematuria o drenare fanghi renali, pietre calcari o sono presenti segni di IVU (piuria) è bene usare calibri maggiori come 18-20-22 Ch a seconda la situazione (decidere sempre in collaborazione dell’intera equipe, con medico e/o collega esperto).

Le punte possono essere dritte o ricurve (o a manico di gomito). Le punte dritte sono  usate nel cateterismo a intermittenza e in quello a breve-medio termine e di facile introduzione, le punte curve e rigide sono, invece, utilizzate quando vi sono indicazioni al cateterismo difficile, causate da stenosi uretrale o ostruzione prostatica. Casi di difficile posizionamento del catetere vescicale andrebbero gestiti dal medico urologo. Ad esempio i cateteri vescicali Foley, hanno una punta dritta, un palloncino gonfiabile per l’ancoraggio vescicale. Altri dispositivi a punta dritta presentano diverse forme come, a fungo (catetere di Pezzer) o a fungo ad ali perforate (catetere Malecot); quest’ultimi sono utilizzati nel cateterismo sovrapubico o in caso di nefrostomia. Le punte più comuni sono la Nelaton (dritta con fori laterali), e la Mercier (punta incurvata e semirigida) per casi di ipertrofia prostatica. In ordine: Malecot, Pezzer, Foley, Nelaton, Couvelaire, Tiemann.

I cateteri uretrali possono avere diverse vie di accesso al catetere:

I palloncini dei CV a permanenza hanno volumi differenti, da 2,5 a 5 mL nei cateteri ad uso pediatrico e superiori a 10 in quelli destinato agli adulti. Il sistema fa si che una volta in vescica e gonfiato il palloncino questo si sposti verso il collo vescicale ma non potendo più superarlo venga ancorato definitivamente in vescica.

Il mandrino metallico è una guida flessibile e duttile all’interno del lume del catetere che gli fornisce rigidità e manovrabilità per facilitare l’inserimento del catetere vescicale in caso di stenosi od ostruzioni uretrali ma devono essere usati solo da medici esperti nella tecnica.

I cateteri uretrali devono essere introdotti da un operatore sanitario qualificato a farlo, come un medico o un infermiere, e se complianti e addestrati possono farlo anche i pazienti stessi. Le controindicazioni relative sono le seguenti:

Le complicanze legate al cateterismo uretrale comprendono:

La FNOPI raccomanda inoltre: “di ricorrere al catetere urinario solo nei casi in cui ogni altra alternativa non sia praticabile. In ogni caso inoltre l’indicazione del catetere vescicale deve essere giustificata da una richiesta medica e la necessità di mantenere in situ il catetere deve essere rivalutata periodicamente.“.

Gli operatori che si occupano del posizionamento del cv devono informare il paziente e i famigliari su:

Accertarsi che il paziente abbia eseguito l’igiene perineale, se non autonomo eseguirla. Effettuare un lavaggio accurato delle mani, informare il paziente sulla procedura ed assicurare la privacy.

Le procedure possono variare notevolmente a seconda del protocollo, linee guida e procedure adottate nelle varie aziende ospedaliere e reparti, questa procedura può contenere errori in quanto redatta al solo scopo divulgativo-didattico e per favorire una lettura critica del proprio operato. Leggi il nostro disclaimer in merito per ulteriori informazioni.

Autore: Dario Tobruk (Profilo Linkedin)